Ibi ego (Italian Edition) by Deborah P. Cumberbatch

Ibi ego (Italian Edition) by Deborah P. Cumberbatch

autore:Deborah P. Cumberbatch [Cumberbatch, Deborah P.]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2020-03-19T16:00:00+00:00


«Allora, che ne pensi?» squittisce, saltellando al mio fianco e indicandomi la struttura che si erge di fronte a noi.

È una piccola villa vittoriana dalle mura rosse e bianche e dai tetti alti e spioventi, circondata da acri di terreno spoglio e alberi che fungono da mura difensive, dalle cui fronde ormai nude spunta un cartello su cui campeggia la scritta “Vendesi”.

Megara ci ha fatti fermare prima in un locale qui vicino per prendere un’altra bottiglia di vino e una confezione di graffe e ciambelle al cacao e alla zucca, perché, a detta sua, un solo sufflè non può bastare come dessert, poi è corsa qui con gli occhi spalancati per la contentezza. «È un bell’immobile» commento, cauto, ancora confuso da tutta la situazione.

«Su, seguimi.» Mi afferra la mano e mi trascina dietro di sé con entusiasmo, correndo fino a una delle finestre sul retro, che solleva senza troppo sforzo, scoccandomi un’occhiata soddisfatta, piena di sé, eccitante.

«Potrei chiederti che cosa stai facendo?» Sorrido, anche se è evidente che sta praticamente per compiere un’effrazione.

«Ti mostro la casa.» Si stringe nelle spalle, come se fosse la risposta più logica del mondo, e scavalca il davanzale con un risolino, dandomi una meravigliosa visuale del suo fondoschiena formoso.

Dio, non sono abbastanza forte per affrontare tutto questo, eppure la seguo, scavalcando la finestra mentre stringo tra le mani il vino e la scatola di dolci.

Ero pronto ad interni scuri, lugubri e impregnati dell’odore persistente e pungente dell’umidità e della muffa, invece mi ritrovo in un ambiente arioso, illuminato dalla luce della luna e dai lampioni che si susseguono lungo la strada.

Poggio il nostro bottino sul davanzale della finestra, chiudendola alle nostre spalle per avere un po’ di calore, e mi incanto su Megara, ferma al centro della stanza con le braccia lievemente spalancate per indicare tutto quanto. «Lo so, lo so. Non è perfetta: bisognerà fare molti lavori, ridipingere, mettere il parquet, perché cavolo in una casa è fondamentale, e credo che sarà anche necessario rifare l’intero sistema idraulico, ma…»

«Tu vuoi comprare questo posto.» Sollevo un sopracciglio, interdetto.

Si stringe nelle spalle, abbozzando un sorriso mentre i suoi occhi percorrono ogni superficie della casa. «Ci sto pensando, sì. Insomma, tutto dipenderà se resterò qui o ritornerò a Doolin, ma nel caso dovessi restare a Londra ho bisogno di un posto mio. Di un posto dove mettere radici» snocciola, parlando a gran velocità per il nervosismo. «Sei il primo a cui lo dico e il primo a cui la mostro. Perciò su, sii sincero. Che ne pensi?»

«Non stai più bene da Thomas?»

La domanda sembra prenderla in contropiede. «No, cioè, con loro sto benissimo, ma stanno per sposarsi. Non posso restare lì per sempre, forse adesso perché è una soluzione temporanea, ma dovrò andarmene, Stephen. E presto, anche.»

La casa è promettente: la villa è molto spaziosa, le stanze sono separate da archi larghi e ben mantenuti, le pareti sono bianche e, anche se in alcuni angoli la vernice è un po’ scrostata, tutto sembra essere bendisposto per i futuri compratori.



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